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LE 4 C
I quattro fattori che determinano il valore del diamante sono le quattro “C”, dalle iniziali dei quattro termini in inglese ossia:
CUT (taglio)
COLOUR (colore)
CLARITY (purezza)
CARAT (caratura, cioè peso)
CUT (TAGLIO)
Taglio (in inglese Cut): La forma più comune di taglio del diamante è quella rotonda, denominata a BRILLANTE.
Con questo termine si identifica un taglio rotondo con minimo 57 faccette, a cui si aggiunge una tavola inferiore (non sempre esistente).
Altri tipi di taglio, tra i più conosciuti e diffusi sono: il taglio a CUORE, a BRILLANTE OVALE, a MARQUISE o NAVETTE, HUIT-HUIT, a GOCCIA, a SMERALDO, a CARRE’, a BAGUETTE, a TRAPEZIO, a ROSA OLANDESE, a ROSETTA (ormai in disuso).
COLOUR (colore)
Colore (in inglese Colour): le gemme del tutto incolori e trasparenti, che sono le più pure, vengono definite “Colourless”, contrassegnate dalla lettera D.
L’impurezza più comune, l’azoto, causa una colorazione gialla più o meno intensa a seconda della concentrazione di azoto presente. Il Gemological Institute of America (GIA) classifica i diamanti di colore giallo a bassa saturazione e marrone come diamanti nella scala normale del colore, e applica una scala di valutazione dalla ‘D’ (incolore di purezza eccezionale) alla ‘Z’ (giallo chiaro). Il GIA classifica i diamanti che hanno colorazione intensa con il termine fancy (che può essere tradotto con fantasia).
I diamanti possono assumere quasi tutte le colorazioni, che sono dovute ad impurezze o difetti strutturali: il giallo ambrato e il marrone sono le più comuni, il rosso, il rosa e il blu sono le più rare.
La colorazione più rara è quella dei diamanti rossi o rosa (che non raggiungono mai dimensioni notevoli), seguiti da quelli blu e verdi. Il diamante rosso si trova soltanto nella miniera di Argyle in Australia, dove se ne estraggono pochi esemplari al giorno e di un peso quasi mai superiore a 0.5 carati. Questa gemma, che è in assoluto la più rara al mondo, può arrivare al prezzo di 100.000 euro al carato.
CLARITY (purezza)
Un diamante può contenere diverse impurità (denominate “inclusioni”). Il numero e la grandezza di tale imperfezioni ne determina la purezza.
L’analisi viene effettuata con una lente a 10 ingrandimenti. In base al risultato ottenuto, un diamante viene classificato con una delle seguenti sigle:
CARAT (caratura, cioè peso)
I diamanti si pesano in carati. Un carato equivale esattamente a 0,2 grammi. Il carato può essere suddiviso in punti che equivalgono ad 1/100 di carato,